La festa di Sant’Agata, patrona di Catania, è la terza festa patronale più popolare dopo la Settimana Santa di Siviglia e la Festa del Corpus Domini di Guzco in Perù, proprio per il numero di turisti che ogni anno richiama.
La storia
La storia racconta che Sant’Agata fu martirizzata intorno al III secolo per volontà di Quinziano, proconsole romano, che se ne innamorò e in seguito all’editto di persecuzione dell’imperatore Decio, l’accuso di vilipendio della religione di Stato. Seviziata e interrogata, Agata era fedele al suo Dio: per questo Quinziano, al culmine della sua rabbia, decise di farle strappare i seni con delle enormi tenaglie: in sua memoria è nato il classico dolce catanese “le minne di Sant’Agata”.
La festa si svolge per tre giorni a febbraio, durante i quali la città dimentica ogni cosa concentrandosi totalmente sulla festa, mix di folklore e devozione. Durante il primo giorno vi è l’offerta delle candele: la tradizione popolare vuole che i ceri donati abbiano lo stesso peso e dimensione della persona che chiede protezione. Durante la seconda giornata si ha la processione per l’offerta della cera, a cui partecipano le più alte cariche religiosi e istituzionali della città di Catania, terminando in Piazza Duomo col famoso, e tanto atteso, spettacolo pirotecnico dei fuochi.